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Le foto scattate con i droni non sempre sono spettacolari o divertenti, qualche volta servono a mostrarci come le disuguaglianze sociali siano ancora diffuse in tutto il mondo.
Il fotografo americano Johnny Miller ha incominciato a interessarsi alle disuguaglianze sociali e alla segregazione quando si è trasferito a Città del Capo, in Sudafrica.
Malgrado si ritenga che ormai il fenomeno dall’apartheid in sud africa sia ufficialmente scomparso un quarto di secolo fa, ancora oggi esistono tracce di segregazione razziale. L’apartheid (in italiano, letteralmente “separazione”, “partizione”) era la politica di segregazione razziale istituita nel 1948 dal governo di etnia bianca del Sudafrica, e rimasta in vigore fino al 1994 (wikipedia). Anche se le cose sono notevolmente migliorate, dopo interminabili lotte e grazie soprattutto a Nelson Mandela, dire che segregazione razziale sia scomparsa non equivale a dire la verità.
Nel 2016, quando arrivò a Città del Capo in aereo, il fotografo sudafricano Johnny Miller, fu scioccato da ciò che vide: Una città divisa che sembrava non voler nemmeno nascondere le differenze delle condizioni di vita tra ricchi e poveri, bianchi e neri . L’impatto emotivo per Miller, che si era trasferito lì per motivi di studio, fu davvero grande e non avrebbe mai immaginato che lo avrebbe portato a intraprendere una nuova carriera professionale.
E così avviò il progetto che lo avrebbe reso noto a livello internazionale, “Unequal Scenes”. Con esso, il fotografo, giornalista e antropologo, presenta le realtà di segregazione ancora presenti attraverso l’architettura e le infrastrutture delle grandi città di tutto il mondo con foto e video realizzati dall’alto con un drone. Le foto che seguono sono un esempio inequivocabile di quanto ancora vi siano ingiustizie sociali in ogni luogo del mondo e di quanto ci sia ancora da fare.
Maggiori informazioni: facebook Unequal Scenes










