Su Zibaldoneweb abbiamo parlato tante volte del Giappone per raccontare alcune curiosità. Il Tunnel Di Led Colorati A Nabana No, le stanze floreali di Yayoi Kusama, i disegni iperrealisti di Kei Mieno solo per citare gli articoli più recenti.
Oggi è la volta di uno spettacolo di luci naturale, quello delle lucciole. Un tempo, da bambino, ricordo che assistevo a questo fenomeno ogni estate sempre con grande entusiasmo e rinnovato stupore. Ricordo anche l’abitudine di noi bambini (un po’ crudele in verità), di catturare quante più lucciole possibile da riporre dentro un barattolo di vetro. Il barattolo si trasformava per noi una lanterna magica! Oggi vedere le lucciole è uno spettacolo riservato a pochi. Inquinamento acustico, cementificazione e inquinamento ambientale hanno notevolmente ridotto la popolazione di questi insetti che, oltre a creare spettacoli suggestivi con le loro luci pulsanti, sono anche un indice dello stato dell’ecosistema.
Ma parliamo ora delle lucciole in Giappone. Ogni estate, i fotografi giapponesi , vanno a caccia dello spettacolo visivo offerto da questi insetti. Un momento magico, che accade solo per un paio d’ore nelle notti di giugno. Accade solitamente in luoghi poco frequentati e lontano dalle grandi città, perché le lucciole non amano essere disturbate da altre fonti di luce. Quando un fotografo trova uno di questi luoghi magici, lo tiene segreto per poter tornare ogni anno e catturare nuovamente questo spettacolo ineguagliabile.
Le lucciole, che di solito vivono solo per dieci giorni, cercano di trovare un compagno. Le femmine sono quelle che emettono più luce e per maggior tempo, mentre i maschi solo per pochi istanti. La loro luce emessa è intermittente e di breve durata. Bisogna essere fotografi esperti per poter catturare questo spettacolo incredibile. Non bisogna ovviamente utilizzare Il flash, posizionare il treppiede con cura, impostare la macchina fotografica per scatti con una lunga esposizione e armarsi di pazienza.
Scopri anche tu questo spettacolo nelle foto che seguono.






