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Il fascino dei luoghi deserti e abbandonati è irresistibile per alcuni fotografi. E’ il caso di Simon Yeung, da sempre impegnato a trasmettere emozioni con le sue foto.
Ruggine, danni d’acqua, muffa erbacce che spuntano, la sensazione di sentirsi un fantasma che gira all’interno di stanze abbandonate. Sono queste le emozioni che rendono irresistibili per alcuni fotografi questi luoghi.
Quello di fotografare edifici, strutture pubbliche, chiese abbandonate è una tendenza che si è diffusa nel mondo della fotografia (e non solo) da almeno due secoli e che va sotto il nome di Urban Exploration.
L’ Urban Exploration, spesso abbreviata in urbex, deriva dall’inglese e significa letteralmente “esplorazione urbana”. Su zibaldoneweb abbiamo già parlato di un urban explorer in questo post.
Questa pratica consiste nell’esplorazione di strutture costruite dall’uomo, spesso rovine abbandonate o componenti poco visibili dell’ambiente urbano. La fotografia e la documentazione storica sono ingredienti essenziali di questo hobby e, anche se talvolta esso può condurre allo sconfinamento su proprietà private, non è questa la regola e comunque le intenzioni sono oneste.
Esempi di questa attività sono l’esplorazione di palazzi abbandonati, chiese, ville, stazioni ferroviarie oltre che di sistemi urbani di drenaggio delle acque, di tunnel di servizio, di passaggi sotterranei e simili. Per sua stessa natura l’urbex comporta diversi fattori di rischio, dai pericoli fisici veri e propri alla possibilità di infrangere la legge con relative sanzioni sia pecuniarie che penali. In diversi paesi, infatti, alcuni comportamenti connessi con l’esplorazione urbana possono violare leggi nazionali, regolamenti locali oppure possono essere anche considerati forme abusive di accesso o lesioni della privacy.
Le foto di Simon Yeung sono il frutto di esplorazioni in Europa e negli Stati Uniti in un viaggio durato sei mesi.
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Villa – Italia
Fonte: boredpanda